Erbario Magico |
Camelia
Si narra che nel sesto secolo della nostra era, Bodhidharma, un principe del sud dell’India divenuto monaco, giunse in Cina per diffondere la tecnica di meditazione buddista, che in seguito fu definita zen. Meditava per delle ore immobile davanti ad un muro, ma i primi discepoli cinesi che tentarono di imitarlo, dopo un certo tempo cadevano addormentati. Vedendo questo, il patriarca si strappò le palpebre che, cadute in terra, generarono immediatamente due arbusti. Le loro foglie, preparate in infuso, rinvigorirono i discepoli che poterono così riprendere i loro esercizi spirituali. In realtà l’utilizzo della pianta del tè in Cina risale almeno al secondo secolo a. C. Nel “Trattato del tè” dell’ottavo secolo, il poeta cinese Lieu Yu descrive le caratteristiche delle foglie del tè, che devono essere “sgualcite come gli stivali di cuoio di un cavaliere tartaro, ondulate come le giogaie di un toro possente, spandersi come la nebbia che sale da una gola, brillare come un lago accarezzato dallo zefiro, essere tenere e vellutate come della terra leggera rinfrescata da un temporale”. |