Ad Memoriam: Ele Pauletti.

"Io sono una grossa risata nel bosco"

Ele Pauletti Lugnasad 2001

Non avrei mai pensato di dover cosÏ presto pubblicare uno spazio dedicato alla memoria di persone a noi care, con cui abbiamo collaborato direttamente, o semplicemente perchÈ ispiratori e fautori di un certo modo di pensare i di vivere. Dico “cosi' presto”, in quanto l'Anticaquercia e' attiva nel nostro territorio da solo poco più di dieci anni, ma ha già avuto modo di conoscere e collaborare con molte persone.
Oggi, 25 Giugno 2006 alle ore 12.00 ci ha lasciati Ele Pauletti, colui che personalmente considero il massimo ispiratore di tutto il movimento neo-celtico italiano e non solo.
Avrebbe compiuto 50 anni il 5 Luglio prossimo, ci lascia uomo geniale ed un grande artista, che oltre 25 anni fa iniziava nella provincia di Como a far parlare del giusto spirito celtico ed organizzava le prime feste celtiche.
Ideatore di diversi progetti tra cui "Verde Celtico", movimento eco-spirituale, "Samonios il compleanno di Milano" che insieme al gruppo Primordia da diversi anni ricorda la fondazione della città facendo un periplo dell'ellisse sacro. Ed inoltre "DeaKer", una linea di manufatti con un forte legame con la tradizione più magica del celtismo, i giochi di "Forza Celtica". Con la sua associazione "Cuore Celtico - Insubria la terra dei laghi", che in seguito cambiò il suo nome in "Kernunnos", Ele ha collaborato all’organizzazione di diverse manifestazioni in ambito celtico. Aveva poi fondato il portale www.zuccagialla.com. Ma soprattutto vorrei ricordare Ele Pauletti come l'iniziatore di un movimento eco-spirituale di ispirazione druidica che oggi molti dei suoi amici stanno portando avanti,
Ele Pauletti è stato anche un grande pittore, che ha ritratto nelle suo opere l'essenza della Dea: i suoi dipinti magici raffiguravano sempre una donna accompagnata da animali sacri della tradizione celtica e seguendo questa linea ha riportato in Italia il culto "Gilanico" ed il sentiero della Dea Madre.
E se in Italia si beve l'idromele è anche grazie a lui: più di dieci anni fa organizzò i primi corsi di preparazione alla bevanda sacra e produsse per diverso tempo l'idromele del Drago Rosso.
Io conobbi Ele Pauletti nella magica cornice della prima edizione di Celtica, nel 1997, insieme parlammo di erbe sacre, di idromele, di giochi di forza celtica, di come studiare l'allineamento dei menhir e con estrema gioia iniziamo un rapporto di amicizia e di grande collaborazione che alimentò i miei giovani ideali e mi aiutò a concretizzare i miei progetti, fornendomi sempre utili consigli ma anche pungenti e sarcastiche critiche, a volte costruttive (e a volte anche meno!).


Ele spesso amava fare ironia su questo strano mondo della rinascita celtica italica, ma non solo.
Faceva soprattutto molta auto-ironia e ciò spesso disorientava i vari "iniziatori" di questo movimento che troppo sovente hanno riattualizzato le parole di Tacito "Combatterono disuniti e li unÏ la sorte della sconfitta... Se fossero stati indivisibili sarebbero stati invincibili!".
Ele aveva compreso molto presto che lo spirito primordiale del celtismo purtroppo si sarebbe perso tra le mani di alcuni personaggi spinti solamente da manie di protagonismo o da progetti profitto economico del fenomeno celtico. Ma non voglio fare nomi perchè, come mi insegnò il caro Ele,"quando vuoi eliminare e distruggere dalla tua vita delle persone non devi più nominare il loro nome".
Ricordo le prime acerbe feste alle quali Ele era sempre presente, per distribuire la sua saggezza ed istruire i visitatori con la sua vasta conoscenza della tradizione celtica, i suoi simboli e la sua storia. Ma sopratutto ricordo le tavolate ricche di cinghiale e idromele, quando dietro ad ogni frase c'era una risata e si alimentava il "sogno". Fortunatamente posso dire di aver sognato insieme a lui.
Ma la ruota della vita corre per tutti, per le piante e per gli animali ed Ele era entrato da diverso tempo nell'autunno della vita. Malgrado la sua ancor giovane età, qualcosa di oscuro aveva fatto ammalare il suo cuore, proprio il suo grande "Cuore Celtico". Non voglio spingermi in idee e supposizioni su ciò che potrebbe essere stata la causa della sua malattia. Forse qualche cosa nella vita lo aveva amaramente deluso, ma io voglio esaltare la sua persona e non dare forza alla pena, vorrei invece che Ele Pauletti venisse sempre ricordato e mai dimenticato.

A poche ore dopo la notte di S.Giovanni, Ele ha preso il volo con le sue tanto amate streghe, a cavallo di una scopa o a cavallo di un drago con sicuramente in mano un corno colmo di idromele.


E' IL NOSTRO PRIMO ANTENATO!!! LA NOSTRA RADICE ... ed davvero tornato ad AVALON!

"Io amo le grandi montagne,io amo le verdi colline, l'immensita' dell'oceano e le profondita' delle foreste perche' il mio cuore e' Celtico"

Ossian

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