Biblioteca degli incanti

 
I guaritori di campagna, Paola Giovetti, edizioni mediterranee.

Questo libro tratta di medicina popolare, di persone che, nonostante l’avanzamento delle tecnologie e della scienza ufficiale, credono ancora nella forza e nel potere della fede.

In passato il guaritore di campagna era il confidente, l’operatore terapeutico che curava  gli animali e gli abitanti del villaggio. I loro riti suggestivi funzionano, ancora oggi, specialmente a livello psicosomatico.

Ma quest’opera non tratta l’aspetto più serioso della questione, se non nel finale con alcuni commenti di studiosi del settore, senz’altro trascurabili e poco importanti per comprendere a fondo le credenze dei guaritori di campagna. Credenze che, in ogni caso, sono permeate di cristianità, e  non così antiche come altre forme di guarigione legate a tradizioni ben più arcaiche e conosciute nel paganesimo.  Ma il principio, il motore di tutto, è lo stesso, il contatto con la divinità, ed il mezzo è a mio avviso irrilevante. Non ci sono spiegazioni razionali alla magia, solo infinite porte che vengono aperte con opportune chiavi. Ed una di queste chiavi sono le formule segrete dei guaritori di campagna.

Quest’opera si avvicina essenzialmente a quei pochi personaggi simpatici ed estremamente semplici che vivono ancora come veri guaritori, sanando ed aiutando il prossimo, includendo nomi e fotografie.

I guaritori, si sa, curano spesso il malocchio, il fuoco di Sant’Antonio, l’orzaiolo, la sciatica, e lo fanno in modo efficace, tramandandosi riti e formule segrete in una tradizione che, a mio parere, è importante mantenere viva e vitale nel tempo, con la semplice volontà di ascoltare, di tornare ad un più semplice e diretto approccio alla salute.
Così ci accompagnano zia Angelina, zio Palmerio e tutti i guaritori che l’autrice ha intervistato, in questo viaggio nella medicina popolare, dove, si spera, qualcosa non verrà dimenticato, per il nostro futuro e per le prossime generazioni. 

Recensione di Amanda Pitto

[Indietro]