Samhain

Rito e celebrazione estratto dal libro delle ombre

 

In questa festa magica bisogna adornare il luogo del rito con frasche di edera e con gli addobbi tramandati nel tempo. Importanza ha anche l’utilizzo di un braciere posto vicino all’altare dove sul quale va posto un elmo cornuto e accanto all’altare vanno collocate scope di saggina o di salice tante quanti sono i partecipanti e si crei un cerchio di pietre di almeno quattro cinque metri di diametro.
La sacerdotessa posizionandosi a nord darà il via al rituale.

Oh Dea di tutto ciò che vive e cresce,
il tempo del caldo e dei dolci venti è per ora finito.
Come si è spento il giorno, cosi’ passa la notte
E per il tempo di sette Lune piene
Sarà il potere dell’oscuro Dio cornuto a prevalere.

Io ti chiamo e ti invoco,
tu che rappresenti il Dio.


Il sacerdote va a collocarsi a sud indossando i guanti e la cintura portaspada e all’invito della sacerdotessa risponde.

Ecco ho udito il richiamo e vengo, oh mia Signora.
Quando tornerà la neve e con essa la tenebra dell’inverno
Potrò restaurare il mio potere.


La sacerdotessa quindi lo invita a sedersi nel lato sud dell’altare ponendogli con fare cerimonioso l’elmo cornuto sul capo.

Con questo, nella santa vigilia di Samhain,
ti concedo il dominio e il potere,
oh Grande Cornuto, Dio dei regni tenebrosi.

Ora la celebrante seguendo il moto del sole si avvicina al sacerdote e gli si genuflette innanzi porgendogli la spada.

E per questo motivo,
ecco, ti consegno il simbolo del potere,
oh tu, sovrano del regno sotterraneo.


Il sacerdote risponde afferrando la spada come fosse uno scettro.

Ti rendo grazie, dolce Signora,
e nel mio dovere e nei compiti che mi sono stati affidati
non potrò fare a meno di esserti fedele.

La sacerdotessa si ritira mentre il celebrante continua.


Oh tu che conosci l’antica arte;
nei tempi passati questa vigilia celebrava la fine dell’anno.
La vigilia di Samhain tutti gli spiriti della natura, le silfidi, le ondine, le salamandre,
gli gnomi e gli spiriti dei boschi,
liberi vagavano in ogni dove…proprio come adesso.
La vigilia di Ognissanti i defunti uscivano dai sepolcri,
per tornare ancora una volta con gli amici di un tempo a godere il tepore,
il conforto e la gioia dell’amicizia…proprio come accade oggi.
Il sacerdote togliendosi l’elmo, i guanti e posata la spada concluderà.
Che tutti quanti siano felici e colmi di gioia.
Ora, streghe e maghi, porgete onore e amore a tutti quelli che,
prima di noi, già sono passati nella terra dell’eterna estate.
Danziamo e stiamo felici per tutti i nostri fratelli che hanno varcato la soglia..
Ma rendiamo anche onore a tutti gli amici che abitano
nei reami e nei mondi sconosciuti e meravigliosi.
Danzate, orsù, tutti insieme con me.

Le danze che seguiranno dovranno avere movimenti spiraliformi e dopo qualche tempo tutti i partecipanti dovranno prendere la propria scopa vicino l’altare e cavalcarla in una sorta di gloppata frenetica e ossessiva seguendo il sacro cerchio. Subito dopo seguirà la consacrazione del pane delle focacce e del vino.

Indietro